Buscadero\\Numero di Maggio 2016\\leggi tutto
Era da tempo che non sentivo un gruppo italiano capace di tanta poetica violenza interiore, in grado di squarciare la notte cupa in cui si muovono le loro canzoni, con squarci che portano però una luce violenta come il fuoco di un napalm. (continua)
Lester.roma.it\\Angelo D’Elia\\vai al sito
Lavoro eccelso che fa della somma delle minute parti la sua forza
Se siete stanchi di vivere nel mondo della piattezza, del superficiale, del ‘tutto e subito’, ponete attenzione. Se siete convinti che mediocrità e vacuità possano essere combattute con le armi dell’audacia e della riflessione, se per voi ‘una botta e via’ è un approccio non solo inconcepibile, ma anche offensivo, L’Ipotesi di Aspen ha per voi delle armi affilate per resistere all’assedio che questi tempi oscuri muovono al vostro modo di essere, alla vostra anima, portandovi (e portandoci) ad innalzare enormi bastioni solo per sopravvivere. (continua)
Dafenproject\\Simona Luchini\\vai al sito
“Cronache da un assedio” , in uscita il 18 marzo è il nuovo lavoro de L’ipotesi di Aspen, band romana caratterizzata da un sound certamente rock molto radicato alla scena italiana degli ultimi anni e allo stesso tempo vicino alle derive più creative degli anni settanta. (continua)
Music Coast To Coast\\Paolo Astarita\\vai al sito
Ci vogliono almeno tre ascolti per cogliere appieno tutte le sfumature di Cronache da un assedio, l’ultimo lavoro discografico della band romana L’ipotesi di Aspen, in uscita il 18 marzo per il consorzio Z&B (continua)
MusicalNews.com \\ Alessandro Sgritta \\ vai al sito
Formazione laziale che del tenore qualitativo della composizione e della scrittura dei testi ne ha fatto un vezzo, fino a ricevere ottimi commenti pubblici dai Maestri della poesia italiana contemporanea e collaborazioni come co-autori in produzioni artistiche di Riccardo Tesio dei Marlene Kuntz. Per A_Rock presenteranno il disco del debutto discografico dal titolo “Cronache da un assedio”.
L’ipotesi ad aprile al Mads di Roma
“[...] Segue L’ipotesi di Aspen, gran gruppo davvero, la risposta italiana a quanto di meglio continua a sfornare la scena anglosassone, senza timore di alcun tipo di confronto. Una band che stenta a rinchiudersi nell’angusta gabbia della forma-canzone, ma che da quest’obbligo acquista concretezza, si allontana dai Grateful Dead, dai solipsismi virtuosistici, e si avvicina ai Beatles, al brano fucina d’idee per interi dischi di artisti “normali”. L’unico possibile paragone in Italia sono forse i Quintorigo, sottovalutata e geniale band di rock-pop-jazz-tutto. Qualche titolo? “Sprecamore” e “Finenotte” su tutte, ma ogni brano ha il suo momento, il suo riff, la sua particolarità.” dalla recensione di D.D. apparsa su Il Sottosuono (blogs.myspace.com/
Ilsottosuono.net \\ Donato D’elia \\ vai al sito
L’angusta gabbia della forma canzone si frantuma. Note evadono felici…
Davvero un piacere ospitare su queste pagine L’IPOTESI DI ASPEN, una tra le proposte musicali più interessanti offerte dalla capitale in generale e da IL SOTTOSUONO in particolare. Difficile racchiudere in un solo concetto tutte le idee e le suggestioni sparse attraverso canzoni come “Sprecamore”, “Frenesie sul nero” e lo stupendo viaggio poetico/strumentale “Metropolica”, di cui parleremo in maniera particolareggiata tra un momento. un gruppo che, possiamo dirlo, avrebbe già meritato di essere nell’olimpo della musica italiana: ne volete subito una prova tangibile? Andate subito su www.youtube.com/ilsottosuono e guardatevi il live alla Stazione Birra, da noi organizzato un po’ di tempo fa. Lasciando perdere la qualità audio (fonte sonora: il microfono della videocamera digitale), potrete comprendere come, anche in bassa fedeltà, le note dell’Ipotesi fuoriescono dallo schermo e si spandono nell’aria. E’ proprio questa la sensazione che mi ha sempre dato la loro musica, una sensazione quasi fisica: luci e colori compenetrano i suoni, e li arricchiscono, creano mondi, evocano visioni. La selezione che trovate sul myspace del gruppo (che v’invitiamo caldamente a visitare, per questo motivo) è perfetta, con quattro pezzi uno migliore dell’altro. Il mio pezzo preferito, purtroppo, non è presente: parliamo della “Metropolica” sopracitata, della quale abbiamo ascoltato una versione aggiornata da poco, che unisce alla bellezza dello strumentale “crimsoniano” che conoscevano, un’introduzione recitata di spessore. Ma non vogliamo anticiparvi troppo, lasciamo all’Ipotesi la scelta sulla tempistica di diffusione del brano e di tutti gli altri registrati ultimamente, a patto che i tempi siano brevi: altrimenti potremmo venire a trafugarli nottetempo, siete avvisati…
Detto questo, un ultimo promemoria: domenica 10 aprile, JAILBREAK, ingresso gratuito, serata di lancio della nuova versione di questo giornale che avete tra le mani, APHORISMA, NORTH BY NORTHWEST e, appunto, L’IPOTESI DI ASPEN: mancare non sarebbe soltanto un errore, ma un vero e proprio delitto…
L’unità \\ Marcello Ravesi \\ vai al sito
Rock.it \\ Stefano “Acty” Rocco\\ 24/02/2001 \\ vai al sito
Tempo fa mi capito’ per le mani un buon lavoro di una formazione chiamata Aspen, trio romano con idee valide e tanta passione per i King Crimson, ma con molta strada da fare per costruirsi un’identita’ artistica. Oggi quei ragazzi, con l’aggiunta di un quarto elemento, tornano all’assalto del mio udito cercando di convincermi che di strada ne hanno fatta parecchia, tanto da modificare il proprio nome in L’Ipotesi di Aspen, rompendo in parte con il loro passato. Dopo una noiosa ed evitabile intro rumorosa, il CD attacca come meglio non si potrebbe, sprigionando l’interessantissimo rock “culinario” di Zuppa di me, brano che strizza l’occhio al pop, frastagliandolo con sottili controtempo, intarsi di fiati jazz e ospitando anche gli intensi raddoppi vocali di Massimo Giangrande dei Punch&Judy.
Dopo questa partenza lanciatissima, arriva una brusca frenata con la poco convincente prestazione esibita in Festa, raffinata nei suoni e demodè negli arrangiamenti, ma troppo stucchevole per le mie orecchie. La densa recitazione shakespiriana de L’Ingresso di Prospero ci introduce le gesta di Calibano, protagonista dell’intensa Le Bestemmie di Calibano, brano immerso in atmosfere prog-metal rarefatte e distorte da istinti obliqui che si manifestano in un testo pressoche’ incomprensibile.
Si dimena tra fragore chitarristico e delicatezza melodica l’incedere di Di carne e d’osso, brano ruvido e ricco di enfasi che piace per il passo ondulato.
La solitudine del D.J. avanza impetuosa in un vortice di pop elettronico e noisy-prog, frullando suoni ed effetti su ritmiche martellanti con un atteggiamento che si avvicina molto alla musica dei siciliani R.U.N.I.. L’ascolto prolungato di questo lavoro, peraltro molto ben prodotto, lascia senz’altro la sensazione di una band coraggiosa e preparata tecnicamente, con alcune idee originali e un certo carisma di fondo, ma alla quale manca ancora l’obiettivo giusto per mettere completamente a fuoco una musica che talvolta appare ferma a un incrocio.
Promossi con ottimi voti, ma con il presentimento che non sfruttino tutto il potenziale… seguiamoli…